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In molti la ritengono il documento da cui è nato l’italiano.

Di certo, segna un punto cardinale nel passaggio dal latino al volgare. Questo documento, sebbene in molti non lo sappiano, è custodito a Volterra nell’archivio della diocesi. Stiamo parlando della “Guaita di Travale”.

Non è altro che un verbale scritto da un cancelliere, di cui non si conosce il nome, che assisteva il giudice Balduino, incaricato di dirimere una controversia nata tra due fratelli di una potentissima famiglia di quei tempi. Ranieri Pannocchieschi e suo fratello Galgano, vescovo di Volterra, erano entrati in contenzioso a causa della divisione di alcuni terreni situati in Alta Maremma, tra Travale e Gerfalco.

A risolvere la questione fu chiamato il giudice Balduino, che, assistito dal suo cancelliere, si recò al castello di Travale per raccogliere le necessarie testimonianze. Era l’anno 1158. In via eccezionale, questo documento sarà esposto l’8 novembre in occasione dell’anniversario della fondazione dell’associazione, gli “Amici dei musei e dei monumenti volterrani” e in un altro luogo purtroppo chiuso spesso, la cappella Inghirami.

Il programma di massima prevede, alle 15 l’inizio dell’esposizione della pergamena. A seguire ci sarà il saluto del vescovo Alberto Silvani e di Alessandro Furiesi (dirigente dell’archivio storico). Poi, interverranno il professor Renato Bacci, l’avvocato Renzo Verdianelli (presidente dell’associazione degli amici dei musei), Gabriela Todros (ispettrice della Soprintendenza archivistica),

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