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La monumentale pala in terracotta dipinta e parzialmente invetriata che oggi campeggia sull’altare maggiore dell’oratorio di Sant’Antonio, inserita in una sobria centina in pietra serena, era destinata in origine alla pieve volterrana della Nera. Ad essere rappresentata è la scena dell’Assunzione di Maria trasportata in cielo da una schiera di angeli e cherubini alati, accompagnata nel registro inferiore dai Santi Giovanni Battista e Sebastiano disposti in maniera speculare ai lati dell’apostolo Tommaso, inginocchiato in atto di ricevere la sacra cintola. L’opera fa parte di un gruppo di terrecotte policrome realizzate intorno al 1520 nella bottega di Giovanni della Robbia (Pisa, Camposanto, cappella Aulla; Certaldo, Santi Jacopo e Filippo; Bagno di Romagna, San Pietro a Corniolo) che si contraddistinguono rispetto alla consueta attività del maestro, per un più esteso impiego della policromia ad olio – suggestiva nella resa pittorica degli incarnati e degli sfondi naturalistici – per l’utilizzo solo parziale dello smalto relegato ai soli elementi decorativi della cornice e per la presenza in molti casi di inserti a calco tratti da modelli del maestro.

Restauro Estetico Della RobbiaAll’interno della Chiesa di Sant’Antonio, si trova collocata come pala d’altare la terracotta dipinta raffigurante “L’Assunta e Santi” la cui paternità era stata attribuita a Benedetto Buglioni (XV sec.) e che invece a seguito del restauro si è rivelata essere un autentico pezzo di Giovanni Della Robbia. Era sempre stata attribuita ad un allievo dei Della Robbia, che aveva imparato i segreti della terracotta dipinta ad olio. Invece, si è scoperto di essere di fronte ad una autentica terracotta robbiana. All’esterno della composizione dei personaggi di stile robbiana ma in terracotta dipinta con colori a olio che rappresentano l’Assunta che dona la cintola a San Tommaso collocato fra San Giovanni Battista e San Sebastiano, si trova una cornice in ceramica invetriata policroma tipica dei Della Robbia che adorna la centinata cornice in pietra dell’altare. L’intervento di restauro è stato mirato soprattutto alla pulitura, a rimuovere depositi di polvere depositatasi sull’opera ormai da circa 50 anni poiché non era stata mai oggetto di manutenzione, e successivamente all’operazione di stuccature ovvero a chiudere fori e fessurazioni che potevano essere rifugio di insetti e sporco. Il tipo di sporco da asportare consisteva in depositi di polvere depositatasi da anni e rimossi con l’ausilio di pennelli a setola morbida; successivamente lo sporco ostinato è stato rimosso con impacchi e solventi leggeri ridando brillantezza alla ceramica policroma vetriata. La rappresentazione collocata all’interno della cornice in floreale, dipinta con colori a olio, è stata sgrassata con piccoli tamponamenti di solventi leggeri. Facendo la pulitura ci siamo accorti che nella zona in basso a sinistra una grossa parte di formelle non esistono forse danneggiate durante il trasporto; si ipotizza un artigiano del luogo abbia ricostruito sapientemente la parte mancante cercando di assemblare i vari frammenti, si evidenziano le zone del braccio, del piede, della veste e delle formelle sottostanti. D’accordo con la Sovrintendenza è stato deciso di lasciare in mostra questa trasformazione visibile nell’opera rimovendo una piccola porzione che evidenzia il modellato originale e pigmentato in terracotta. Si è proceduto all’esecuzione di stuccature di micro e macro fessurazioni con stucco elastico appositamente formulato per granulometria e colorazione. Ritocco pittorico delle stuccature con colori idonei al fine di uniformare la colorazione della superficie.


Completato il restauro della terracotta robbiana. E ha un segreto da raccontare. La preziosa opera della chiesa di Sant’Antonio

Lo scrigno di terracotta robbiana torna a spendere di luce nella chiesa di Sant’ Antonio. Grazie alla tenacia degli Amici dei Musei ed al mecenatismo della Fondazione Crv, la «Madonna Assunta», monumentale pala in terracotta dipinta e parzialmente invetriata che troneggia sull’altare maggiore dell’oratorio, ora potrà essere ammirata in tutto il suo splendore.

Attribuita per secoli ad un allievo di Giovanni Della Robbia, il capolavoro, datato 1520, ha finalmente messo d’accordo anche gli studiosi più scettici: l’opera è una terracotta robbiana autentica. Il restyling è stato portato avanti dal team di Arterestauro di Cascina. Ed è proprio la restauratrice che ha messo sotto i ferri questo gioiello, a svelarci tutti i retroscena della rinascita dell’opera. «Si tratta di un restauro di tipo conservativo, mirato ad una pulitura per rimuovere anche i depositi superficiali di polvere che si erano depositati nel tempo – ci racconta la restauratrice Silvia Bartalucci – i colori erano diventati piatti e cupi. Alcuni dettagli, incredibili, erano diventati invisibili aglio occhi. La cornice in ceramica invetriata policroma è tipica di Della Robbia. Ed anche la composizione della Madonna con i Santi, in terracotta pitturata con colori a olio, richiama indiscutibilmente la bottega robbiana».

E c’è un piccolo giallo che la restauratrice ha scoperto durante l’attento lavoro di maquillage: «L’opera, fino ad una cinquantina di anni fa, si trovava nella pieve della Nera – spiega – poi è stata trasportata qui per proteggerla da atti di vandalismo. Ma qualcosa è andato storto. Probabilmente ha subìto danni durante il trasferimento, tanto che abbiamo trovato alcune formelle, collocate in basso a sinistra dove si trova la figura di un presunto San Giovanni Battista’ in parte danneggiate. Forse il danno è da ricondursi al trasferimento ed al successivo montaggio dell’opera in Sant’Antonio. E pensiamo che il recupero non fu affidato ad un restauratore, ma ad un artigiano».

Il danno riguarda la figura di San Giovanni, sulla quale però si stanno interrogando gli stessi studiosi: la scultura, che regge una croce, potrebbe essere in realtà San Rocco. Perché la croce, che iconograficamente richiama all’immagine di San Giovanni Battista, dovrebbe essere stata apposta per tenere su il braccio della statua danneggiato. Ma è lo stesso oratorio ad aver bisogno di un attento restauro: le continue infiltrazioni di acqua stanno minacciando una parte della struttura. E ad a farne le conseguenze è anche un dipinto di Cosimo Daddi, che si sta staccando parzialmente nella parte in basso a sinistra.

La Nazione, 14 ottobre 2015
Ilenia Pistolesi

Rinasce la Madonna della cintola L’opera di Giovanni della Robbia restaurata dagli Amici dei Musei

Gli Amici dei Musei di Volterra consegnano alla città etrusca il restauro di un’altra perla artistica, la Madonna della cintola di Giovanni della Robbia, custodita nella chiesa di Sant’Antonio.

«Una chiesetta nata da un tabernacolo del 1100 e poi nel 1450 – dice Giancarlo Chessa consigliere degli Amici dei musei – circa, edificata dall’ordine dei monaci ospedalieri di Viennes e attualmente di proprietà è dei canonici della cattedrale. Questo luogo è ricco non solo di questa opera robbiana, ma anche di pitture del Franceschìni, di Priamo della Quercia e del Daddi. Continuiamo con questo intervento nel nostro lavoro di recupero di opere legate a Volterra, basti pensare ai due quadri trovati nella casa di riposo di volterra attribuibili a Baldassarre Franceschini il Volterrano».

La presentazione dell’ opera di Giovanni della Robbia avverrà sabato alle 15,30 al centro studi Santa Maria Maddalena per proseguire alle 18,30 nella chiesa con rappresentanti delle Università di Perugia, Genova e Firenze.

Il restauro è stato eseguito dalla ditta Arterestauro di Federico Gelli e Silvia Bartalucci di Cascina.

Il Tirreno, 14 ottobre 2015
Leonardo Dell’Aiuto

Nella chiesa di Sant’Antonio è conservata una preziosa terracotta robbiana, ma alcune opere all’interno della cappella sono minacciate dall’umidità.

Era sempre stata attribuita ad un allievo dei Della Robbia, che aveva imparato i segreti della terracotta dipinta ad olio. Invece, si è scoperto di essere di fronte ad una autenticaterracotta robbiana. All’esterno una cornice in ceramica invetriata policroma tipica dei Della Robbia e all’interno la composizione dei personaggi sempre robbiana, ma in terracotta pitturata con colori a olio.

La terracotta dei misteri. I dettagli saranno svelati sabato 17 ottobre, a partire dalle 15,30 durante un convegno al Centro studi a Volterra, organizzato dall’associazione Amici dei Musei, con i massimi esperti in materia come Giancarlo Gentilini,David Lucidi e Francesco Traversi.
Intanto si sa che la paternità dell’opera, del 1520 circa, conservata nella chiesa di Sant’Antonio in piazza XX settembre a Volterra, è stata attribuita a Giovanni della Robbia e Bottega.

La terracotta robbiana, L’Assunta che dona la cintola a San Tommaso tra i Santi Giovanni Battista e Sebastiano, è stata recentemente restaurata per volontà dell’associazione Amici dei Musei e dei Monumenti Volterrani e grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra che ha pagato oltre la metà dei costi, pari a circa 5mila euro per l’intervento.
La restauratrice Silvia Bartalucci della ditta ArteRestauro di Cascina, che ha eseguito i lavori, spiega che “è stato un intervento mirato alla pulitura, innanzitutto a rimuovere la polvere, poichè erano circa 50 anni che l’opera non era oggetto di manutenzione”. Eppure dal restauro si è aperto un altro mistero.

“La terracotta prima si trovava alla Pieve Delle Nera, una chiesetta di campagna intorno ad Ulignano, ma una cinquantina d’anni fa, fu portata nella chiesta di Sant’Antonio per evitare che venisse danneggiata – spiega Bartalucci –  ma nel trasporto è stata rotta e deteriorata: l’opera è costruita da una serie di formelle che sono state smontate, ma facendo la pulitura ci siamo accorti che nella zona in basso sinistra una grossa parte di formelle sono state danneggiate”. “Il restauratore di 50 anni fa, forse un artigiano – prosegue – è stato molto abile a cercare di tenere insieme tutti questi pezzi, soprattutto il braccio del San Giovanni che era rotto e dove ha messo una croce per sorreggerlo, così per rimediare al danno il San Giovanni Apostolo è stato trasformato in San Giovanni Battista; d’accordo con la sovrintendenza è stato deciso di lasciare in mostra questa trasformazione visibile nell’opera”. “Almeno questo è quello che noi pensiamo – conclude Bartalucci – Saranno poi gli storici dell’arte interpellati a fare degli studi su quello che abbiamo trovato; intanto il restauro si è fermato e ora queste ipotesi dovranno trovare conferme e svelare cosa è accaduto realmente”.

La Chiesa di Sant’Antonio. Ma questa piccola chiesa in Piazza XX settembre, che fino ad alcuni decenni fa ospitava la benedizione del bestiame in occasione della festa di Sant’Antonio, ora molto visitata dai turisti, contiene altri gioielli artistici, che però hanno bisogno di essere salvaguardati.

“La chiesa di Sant’Antonio risale al 1400 e appartiene all’antico ordine degli ospedalieri, ma già dal 1100 si ha notizia che qui vi fosse un tabernacolo – spiega Gianfranco Chessa dell’associazione Amici dei Musei – La proprietà della chiesa è ora dell’ordine antichissimo dei Canonici della Cattedrale e questo edificio contiene alcune opere antiche e di valore, ad esempio di Daddi e Franceschini, oltre alla terracotta robbiana, tutte opere non nate qui ma portate dopo”.
“Attualmente la chiesa è aperta grazie ad una custode ed è visitatissima e tanti lasciano buone offerte  in quanto è molto apprezzata– aggiunge Chessa – nonostante sia poco citata sulle guide volterrane: nei vari cataloghi ci sono i quadri, ma non la chiesa, la gente però ci si ferma numerosa, soprattutto gli stranieri, perchè è collocata in un punto particolare di passaggio”.

Ma adesso la chiesa in alcuni punti è in condizioni critiche per colpa della forte umidità. “A rischio in particolare c’è una tela del Daddi che per colpa dell’umido di sta staccando– prosegue Chessa – E’ necessario intervenire, magari basta anche poco, perchè tutta l’acqua della piazza e della strada arriva sul sagrato della chiesa ed entra sotto le mura, con l’umidità che dall’esterno filtra all’interno”.

Dall’associazione, che lavora di concerto con la Soprintendenza e con le istituzioni per tutelare il patrimonio artistico, si chiede dunque attenzione per questo piccolo gioiello. Intanto la Sovrintendenza, proprio a tutela delle opere, potrebbe spostare la tela di Daddi prima che si danneggi ulteriormente e nell’attesa di restaurarlo.

Qui News Volterra, 14 ottobre 2015
Redazione

I segreti della “Madonna della cintola”

Un convegno per spiegare l’importanza della terracotta robbiana custodita nella chiesa di Sant’Antonio e recentemente restaurata.

Si sono conclusi i lavori di restauro conservativo dell’opera posta come pala d’altare nella chiesetta di Sant’Antonio in Piazza XX Settembre a Volterra. Preziosa terracotta la cui paternità era stata attribuita ad una artista minore e che invece si è rivelata essere un autentico pezzo dei Della Robbia.

Tutte le importanti novità verranno esposte da restauratori ed esperti durante il convegno che si terrà nel pomeriggio di domani, sabato 17 ottobre, all’Auditorium della Fondazione Cassa di Risparmio in Via Persio Flacco a Volterra.

Al convegno, organizzato dall’associazione Amici dei Musei, in collaborazione con Sovrintendenza Bapsae Pisa Livorno, Curia Vescovile Volterrana ed ordine dei Canonici, con il contributo della Fondazione Crv e con il Patrocinio del Comune di Volterra, parteciperanno noti esperti della materia.

A partire dalle 15,30 al Centro Studi S. Maria Maddalena si parlerà non solo della L’Assunta che dona la cintola a San Tommaso tra i Santi Giovanni Battista e Sebastiano, chiamata anche Madonna della cintola, opera che è stata attribuita a Giovanni Della Robbia, ma anche della terracotta a Volterra nel Rinascimento. Infatti a Volterra ci sono altre preziose terracotte robbiane.

Al convegno interverranno Giancarlo Gentilini dell’Università di Perugia che parlerà di Luca, Andrea e Giovanni della Robbia: un itinerario volterrano; David Lucidi che tratterà il tema Zaccaria Zacchi e la scultura in terracotta a Volterra tra Quattro e Cinquecento; Francesco Traversi sull’argomento Nella bottega di Giovanni della Robbia: Agnolo di Polo e la committenza.

Alle ore 18,30, poi, nella chiesa di Sant’Antonio, sarà presentato a tutti i cittadini il restauro eseguito dalla ditta ArteRestauro di Cascina.

Qui News Volterra, 16 ottobre 2015
Redazione

Un altro restauro per gli “Amici dei Musei”

L’Associazione degli Amici dei Musei e dei Monumenti Volterrani dopo aver realizzato, grazie al determinante contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, il restauro della tela “Madonna che porge il Bimbo a San Felice da Cantalice”, definitivamente attribuita al Franceschini detto “il Volterrano” ed ora esposta nella Pinacoteca Comunale di Palazzo Minucci Solaini, ha deciso di farsi promotrice di un nuovo restauro, quello della pala posta sull’altare della chiesa di Sant’Antonio.

La pala, dipinta ad olio e parzialmente invetriata, rappresenta la scena dell’Assunzione al Cielo di Maria a cui assistono gli Apostoli, uno dei quali è nell’atto di ricevere la cintola della Vergine. La pala, conosciuta come opera di Benedetto Buglioni, noto scultore fiorentino della prima metà del Cinquecento, è appartenuta un tempo alla Chiesa della Nera, e da anni è collocata nella Chiesa di Sant’Antonio, assieme ad importanti tele di Priamo della Quercia, del Daddi e del Franceschini.

Il restauro, iniziato durante l’estate, è stato reso possibile grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, da sempre sensibile alle proposte della nostra associazione per la valorizzazione del patrimonio culturale della nostra città, e verrà presentato il prossimo 17 ottobre. I lavori di restauro, eseguiti dalle mani esperte dei restauratori di Artereastauro di Cascina, hanno portato alla rimozione di alcune parti non originali, alla pulitura accurata della pala ed alla ricerca dei colori primitivi.

In occasione dell’organizzazione della presentazione del restauro sono stati contatti i maggiori esperti in materia, che hanno confermato l’effettiva attribuzione dell’opera, conosciuta tra gli esperti non come realizzazione del Buglioni, bensì di Giovanni della Robbia e della sua bottega. L’Associazione degli Amici dei Musei non può che esser fiera di questa nuova operazione culturale, che recupera una splendida pala e pone l’attenzione sul patrimonio delle terrecotte robbiane, disponibile nella nostra città.

Sabato 17 ottobre, dalle ore 15,30 presso il Centro Studi Santa Maria Maddalena, della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, si terrà un Convegno dedicato alla Madonna della Cintola ed alle opere della famiglia dei Della Robbia a Volterra, oltre ai capolavori di Zaccaria Zacchi. Interverranno i maggiori esperti a livello internazionale, Giancarlo Gentilini dell’Università degli Studi di Perugia, David Lucidi dell’Università degli Studi di Genova e Francesco Traversi dell’Università degli Studi di Firenze.

La cittadinanza è invitata.

La Spalletta, 17 ottobre 2015
L’Associazione degli Amici dei Musei e dei Monumenti Volterrani

Sant’Antonio… a tutto led!

E’ noto come nell’autunno scorso l’Associazione “Gli Amici dei Musei e dei Monumenti Volterrani” ha finanziato, in concorso con la Fondazione CRVolterra, il restauro conservativo della pala d’altare, inizialmente attribuita a Benedetto Buglioni e conservata nell’oratorio di Sant’Antonio in piazza XX Settembre a Volterra.

L’opera dei restauratori e l’intervento dei maggiori esperti del settore hanno consentito di riconoscere tale capolavoro quale terracotta dipinta e parzialmente invetriata da Giovanni della Robbia e bottega intorno al 1420. I bellissimi colori dell’opera tornati a splendere dopo tanti secoli ed anche gli altri capolavori conservati nella chiesetta – visitatissima dai turisti per la sua dislocazione – meritavano, a giudizio dell’Associazione, una illuminazione più consona e più intensa, non perdendo però di vista il problema del consumo energetico.

Gli Amici dei Musei, in concorso con la Ditta “Non solo elettronica di Tramonti Fabio” hanno così deciso di donare all’Oratorio un nuovo impianto di illuminazione in sostituzione di quello esistente, rivelatosi a questo punto inadeguato sia dal lato estetico e sia dal lato del consumo esagerato rispetto alla resa pratica.

Per raggiungere questo obiettivo si è pensato di sostituire i due vecchi fari, con due bracci porta faretti, con 8 faretti led a luce calda ad angolo stretto (38 gradi) che, puntati sulla “Robbiana”, la inondano di una bellissima luce mettendo nella giusta evidenza anche i più piccoli particolari, come gli animaletti che Della Robbia ha voluto seminascondere nella comice ceramica invetriata. I nuovo fari vanno a sostituire due fari da 200 w/h cadauno ed il consumo passa così da 400 w/h a 56 w/h, per non parlare della lunga durata delle lampade stimata in 20.000 ore.

Un altro intervento di riqualificazione riguarda il grande lampadario centrale le cui lampade alogene, in parte esaurite, sono state sostituite da 12 lampadine led da 4 w. Anche qui, oltre all’estrema affidabilità e durata delle lampadine led, si otterrà un notevolissimo risparmio energetico portando il consumo da 300 w/h a 48 w/h. Si ricorda che il lampadario centrale – la sola sorgente di luce oltre i faretti – va ora ad illuminare perfettamente e diffusamente tutti gli altri capolavori presenti, quali il bellissimo tabernacolo di Priamo della Quercia e le opere di Daddi, Franceschini ecc.

Possiamo dire quindi con certezza che l’Oratorio di Sant’Antonio è la prima chiesa volterrana completamente illuminata a led, questa nuova tecnologia che, oltre a consentire notevoli risparmi nella bolletta energetica, riesce a conferire una nuova e splendida luce calda alle bellissime storiche superfici dei capolavori contenuti in questo ambiente.

Invitiamo Soci e cittadinanza a visitare ancora una volta Sant’Antonio ed apprezzare i particolari, specie nella terracotta robbiana, che forse prima si celavano nella semioscurità.

Gli Amici dei Musei e dei Monumenti Volterrani colgono l’occasione per ricordare che sono aperte le iscrizioni ed i rinnovi all’Associazione. La quota di euro 20 è rimasta immutata e potrà essere versata a mezzo Banca, presso Pietro Cerri in farmacia in via Guidi o durante l’open day che si terrà sabato 16 Gennaio in tarda mattinata e nel pomeriggio presso la sede di via Franceschini 5 a Volterra.

La Spalletta, 16 gennaio 2016
L’Associazione degli Amici dei Musei e dei Monumenti Volterrani
Il Consiglio Direttivo

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